No trans-gender nei videogames!


L’Aurora Technology, editore dei vari Aion, Dungeons and Dragon On Line e altri MMORPG, ha messo a punto per uno dei suoi giochi, King of the world, un riconoscimento di identità sessuale.
Qualche geek orientale deve essersi stufato di rimorchiare nei giochi on line maschietti che si fingevano procaci amazzoni, affascinanti elfe, pettorute streghe (si stima che siano più di 17000 i falsari di identità di genere nel sito di MMO) e così ha pensato bene di impedire lo slittamento sessuale, seppur virtuale.
La nuova applicazione anti-transgenderismo permette al gioco di riconoscere tramite webcam i lineamenti maschili e femminili e quindi obbliga la creazione del propio personaggio in base a questi dati.
Se si prende il MMORPG più famoso, World of Warcraft, e si fa un censimento di identità di genere si scopre che i giocatori si dividono in una proprorzione dell’ 84% di uomini e 16% di donne; ma gli avatar femminili nel videogames sono più del 35%.
Negare la scelta di identità sessuale, in anni in cui Fable 2 e SIMS 3 fanno dell’orientamento sessuale e dello slittamento di identità la propria forza, sfugge alla mia comprensione. Almeno che…
Almeno che la spiegazione di un simile controllo non sia da addurre davvero ad un rimorchiare virtuale, una ricerca in rete di una compagna\o, fuggendo così da falsari e imbroglioni che raggirano i poveri geek creduloni in cerca di fidanzate\i.
Ma da quando un videogame deve servire anche come agenzia matrimoniale?
GQ

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