Melochecche e Opera: Il ritorno del fantasma

La MicroProse, dopo il successo del divertente Rex Nebular and the Cosmic Gender Bender (MicroProse, 1992), di cui abbiamo parlato QUI, fa uscire un ipotetico e decadente sequel de Il Fantasma dell’Opera intitolato Return of the Phantom (MicroProse, 1993) in cui Raoul Montand, ispettore della polizia di Parigi, indaga sull’ipotetico ritorno del fantasma alla prima dell’Operà. Tra palcoscenico, ribalta, quinte, palchetti e passaggi segreti, il gioco riprende grafiche e strutture molto apprezzate in quegli anni: dai 256 colori, alle grafiche pixelose ma ben animate, alle sceneggiature con sfumature da commedia e un gameplay che dalle prime avventure della LucasArts diventano quasi modello di riferimento.

Con l’aggiunta di qualche scena ripresa con attori veri, che in verità poco si amalgama all’estetica del gioco, Return of the Phantom presenta i vari elementi di una compagnia teatrale, seguendo quelli che sono stereotipi poco originali come l’attrice attempata e invidiosa, la giovane arrivista e il regista omosessuale ed effeminato. Charles non è certo uno “stage manager” affabile e bendisposto ad aiutare l’ispettore, infastidito dai ritardi e dalle domande sulla compagnia. Come ogni “melochecca” che si rispetti, Cherles discetta, come un’enciclopedia, della storia del teatro, della sua architettura e delle catacombe sottorranee, tirando col naso per vezzo, stretto nel suo foulard di seta al collo e in un doppiaggio degno di Miss Piggy.

C’è da dire che per tutto il tempo in cui ho giocato all’avventura della MicroProse, ho pensato che anche questa volta si fosse attuato il solito copione dell’omosessuale-disturbato-psicologicamente, o delinquente-reietto-rifiuto della società civile e “naturale” (in fondo questo è quello che mostrano giochi come Circuit Edge o Moonmist, e tutti quelli degli anni ’80 e ’90) ma fortunatamente il deludente finale del gioco sfugge a queste regole, donandoci solo uno stereotipato quanto fastidioso stereotipo della checca acida e indisposta.
GQ

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