La mano di dio ha una manicure divina

Ogni tanto a Geekqueer ci si ricorda lo scopo principe del sito e così, con senso di colpa, ci accingiamo a rientrare nei ranghi e parlare seriamente dei personaggi gay nella storia dei videogiochi.
Incredibile ma vero in questi lunghi anni di esistenza in rete non abbiamo mai parlato di un gioco che ha riportato in auge il carattere del “cattivo gay-effeminato-muscoloso” che dalla fine degli anni ’80 non si ammirava. Il gioco per PS2 è God Hand (Clover Studio, per Capcom, 2006), di Shiniji Mikami ovvero uno dei designer più famosi del mondo, padre di Viewtiful Joe , Devil May CryAce Attorney e non ultimi i Resident Evil 4 e il sottostimato Vanquish.
La storia vede Gene, lottatore dalle braccia divine (nel senso che attraverso esse Dio ristabilisce la pace sulla terra), combattere contro i Quattro Demoni Deva intenti a far risorgere il potentissimo Angra e conquistare il mondo. Un action game in 3D precursore dei tempi, che univa la mappatura libera di un survival, alle dinamiche dei classici beat’em up. Incredibilmente God Hand, anche essendo un ottimo gioco, non ha certo avuto il meritato successo e le copie vendute sono rimaste arginate per lo più in Giappone.
Oltre ai quattro super boss, il roster dei nemici si arricchisce di altri scagnozzi di metà livello, come Q & A, i gemelli gay di Elvis, che detta così sembrerebbe il titolo di una sit-com sui fratelli sconosciuti del Re di Mamphis, e invece sono i fidati bravi di uno dei Demoni Deva.

 Ma andiamo a vedere come vengono rappresentati questi pericolosi boss di metà livello: due gemelli di colore ma albini, o forse solo ossigenati, con i soliti baffi a ferro di cavallo, memori di un così distante ma sempre in voga stereotipo della fine degli anni ’70, qui impreziosito con colorate ruote di piume e perizomi che manco al Carnevale di Rio de Janeiro e la fastidiosa pedanteria delle macchiette di Riccione (che non so perché ma questa notte mi sembra stranamente un sogno leggero, Rio de Janeiro). Mi ricordano molto i due pelati boss di Golden Axe, un modello indiano degli anni ’90 e pure un paio di amiche mie.

Attenzione: i due loschi figuri una volta sconfitti, rilasciano al protagonista delle grosse banane. Non so perché, ma secondo me è un dato fondamentale.

GQ

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