I Bishonen della mia vita

C’è stato un tempo, nella lontana seconda metà degli anni ’90, in cui -udite! udite!- i peli e la barba non andavano di moda. Per tutti quelli che come me hanno sviluppato in tenera età una disorientate foresta pilifera ed hanno fatto il loro ingresso in società in quel periodo (e per ingresso in società intendo proprio la vostra prima serata a Muccassassina) la vita era stigmatizzata dal dolore. Calderoni di cera bollente si riversavano su ogni centimetro del corpo ed affilatissimi rasoi raggiungevano, non senza aver preteso il loro tributo di sangue, quei teneri pertugi che ennò-la-cera-li-proprio-non-je-la-posso-fa’. Se la maggior parte delle nuove reclute guardava con fanatica speranza ai modelli di Calvin Klein e alle foto di Herb Ritts, io preferivo allenare il mio spirito emulativo altrove. Ecco tre bishonen (aiutatemi a dì frocione) depilatissimi, e in alcuni casi truccatissimi, che m’hanno tenuto la mano fino a che non ho capito che i peli erano fichi e che ci si rimorchiava di più.

Shun di Andromeda (I Cavalieri dello Zodiaco)

Ogni gay conosce i Cavalieri dello Zodiaco e questo vorrà pure dire qualcosa. Nei 114 episodi disegnati dalla buonanima di Shingo Araki ce n’è veramente per tutti i gusti. T’hanno bombardato un’infanzia con i robbottoni, le macchinette e i giocatori di calcio e a un certo punto arriva Andromeda che si chiama come una donna, combatte con delle vezzosissime catenine e quando indossa l’armatura (rosa e con spalline e terza di reggiseno) volteggia come non riuscirà a fare neanche Sailor Moon anni dopo. Indimenticabile il momento in cui riesce a coronare il suo sogno d’amore con il compagno d’armi Crystal, cavaliere del cigno. Ogni gay dodicenne teledipendente in quel momento ha compreso che un altro mondo era possibile.


P.S.: consigli alle aspiranti Regine Incatenate. Ricordate! dopo un po’, anche i surgelati scadono.

Yuda, la Gru Rossa di Nanto (Ken il Guerriero)

Hokuto no Ken era proprio il cartone da maschiacci, con le botte da orbi, i colpi segreti, la gente che esplodeva e i protagonisti pompatissimi ( forse non era proprio da maschiacci). In mezzo a tutti ‘sti maschioni che si prendevano a pizze in faccia, c’era Yuda, crudele rappresentante della scuola di Nanto, con la passione per l’ombretto stile Jem e le Holograms e il rossetto ottenuto dal sangue delle sue vittime. Insopportabile per tutta la serie, fino al momento della morte per mano di Rei, a cui confesserà il suo amore e la sua devozione. Il dialogo è toccante e “l’uccello” che si tira sempre in ballo fa riferimento alla tecnica della scuola. Dice.

Vega (Universo Street Fighter)

Anche se non abbiamo dati ufficiali sulle preferenze di Vega in ambito di gusti sessuali, credo di poter tranquillamente affermare che se Vega non è gay allora io son vergine e incensurato. L’ossessione malata che lo spagnolo ha per la bellezza, per il suo corpo e per il suo viso, e il disprezzo cieco che mostra nei confronti del genere femminile e in particolar modo verso Chun li (alla quale, sono certo, invidia la relazione con Guile) non lo farebbero sfigurare nemmeno accanto a Poison. La sua ultracombo è tra le più difficili a livello di esecuzione e tra le meno efficaci in combattimento, ma volete mettere la soddisfazione di fare a fette Cammy schizzando da una parte all’altra dello schermo in un turbine di petali di rosa?

JG

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