The last of gay

Uscito da qualche mese The Last of Us è già uno dei giochi cult per la Playstation 3. La NaughtyDog ci aveva già preparato con la trilogia di Nathan Drake, Uncharted, a giochi che sfruttassero appieno la potenza della console Sony, ma questo ultimo titolo ha cucito la bocca a quanti sentivano il bisogno di ascoltare l’ultimo canto del cigno in vista della Playstation 4 in uscita a dicembre di quest’anno.

The-Last-of-Us

The Last of Us è una delle esperienze più gratificanti e avvincenti che la produzione videoludica possa offrire, anche con quel gameplay a volte troppo annodato ma che diventa poca roba confrontato alla profondità e accuratezza di una sceneggiatura che nulla ha da invidiare alle produzioni hollywoodiane. La storia, se ancora non la conosceste, è quella di un uomo che deve portare in salvo una ragazzina immune alle spore che in un futuro distopico hanno causato un’apocalisse. Ellie è così riscatto di un passato drammatico e promessa di cura per un futuro migliore per il protagonista, Joel, di cui ci si innamora dopo soli due frame.

Anche Geekqueer parla di questo capolavoro per la presenza di un personaggio, Bill, che nella storia svolge un ruolo fondamentale per la salvezza del duo di sopravvissuti, regalandoci infine uno scorcio di personalità profonda e drammatica: la perdita del suo compagno in una drammatica scena. Un meccanico solitario, rude e poco avvezzo alle gentilezze, che aiuta Joel per favori pendenti, mostrando la strada per uscire da quel pezzo di quartiere che con fatica, sangue e violenza ha conquistato.

Bill

“Once upon a time, I had somebody that I cared about. And in this world, that sort of shit’s good for one thing: Gettin’ you killed.”

Con grande costernazione di Bill, Joel ed Ellie arrivano a casa sua nella città di Lincoln , disabilitando le sue trappole e quindi portando con loro -come gentili ospiti- uno sfacelo di infetti dalla testa a fungo.
Dopo una breve discussione, Joel chiede a Bill una vettura, ricordandogli i favori che gli deve. Bisognerà mettere assieme dei pezzi di ricambio per poter far partire un auto, e aiutarli così nella fuga. Bill controvoglia quindi li accompagna.

Lungo la strada, trovano il corpo di Frank, ex socio di Bill, nella sua casa, impiccato dopo l’infezione, non volendosi trasformare in un mostro. Nonostante cerchi di nasconderlo, Bill è addolorato per quel drammatico ritrovamento. “Chi cazzo è Frank?” chiede Joel. “Frank è il mio compagno” risponde Bill con fiato corto. Joel ritrova anche una lettera d’addio, non propriamente amorevole: Frank era stufo di quella vita, del modo di fare di Bill: “meglio morire che passare un’altra giornata con te”. Bill incassa il colpo, porta i due fuggiaschi fuori città e senza tanti giri di parole chiede loro di togliersi dal cazzo (cit.).
La scena è qui sotto in italiano, al 15° minuto.

Poco dopo, oramai in viaggio, Joel scopre che Ellie ha rubato a casa di Bill una musicassetta e un giornale porno gay, bear precisamente, in una delle scenette più divertenti tra i due. Qui sotto in inglese con sottotitoli in inglese.

Il personaggio di Bill è fuori da ogni stereotipo gay, anzi il suo essere rude e la sua risolutezza rendono quasi un colpo di scena lo scoprire il suo orientamento sessuale. I programmatori hanno modellato il personaggio sulle fattezze dell’attore (e doppiatore in originale) W. Earl Brown, celebre caratterista che abbiamo visto in Tutti pazzi per Mary, Essere John Malcovich, Scream o nelle serie Numbers, CSI e Six Feet Under.

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In un gioco che prende un posto di riguardo nella storia dei videogiochi, un personaggio gay così ben scritto e disegnato, seppur non giocabile, è un’altra conquista da tener bene a mente.

5 thoughts on “The last of gay

  1. Riccardo Kaiser says:

    bellissimo videogame! è uno dei pochissimo survival di ultima generazione che mi ha fatto cagar sotto dalla paura. le atmosfere che si respirano sono horror allo stato puro. un horror che non si vedeva da tempo, o forse non si è mai visto..

    i personaggi lasciamoli stare. sono talmente ben delineati che il finale non poteva che essere in perfetta sintonia con i loro caratteri.

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  2. Matteo Manzi says:

    D’accordissimo. Dire “uno dei personaggi gay meglio riusciti” sarebbe anche riduttivo. Finalmente un gay che va profondamente contro ogni stereotipo a cui solitamente la gente pensa. Spero faccia riflettere

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