Looking, il telefilm su un geekqueer

Da fine gennaio è iniziata Looking, una serie tv prodotta dalla HBO e scritta da Michael Lannan (conosciuto per poche robe, un documentario bear-leather e per un altro film). Sicuramente lo state vedendo quindi è inutile fare riassunti su tre amici gay che abitano a San Francisco.

Ne parlo qui su Geekqueer ed è strano perché non parliamo mai di TV, dato che la TV noi la si usa solo per attaccarci una console, ma per questo telefilm è necessario spendere due parole dato che il protagonista è un level designer (anche se dai programmi che lo si vede usare nella serie, si fa un po’ di confusione) e la sua professione non è un caso nella genealogia della serie.

looking

Looking non inizia dove Queer as Folk finiva (quello inglese o quello americano, come preferite), ma cerca di ripartire da quel punto -attorno agli anni 90- in cui ci siamo strozzati con l’ansia del buon esempio.
Capita così per le minoranze: non sei costretto ad essere solo un buon cittadino, sei costretto anche ad essere un buon rappresentate della minoranza d’appartenenza. E quando dico costretto, intendo costretti in primis da sé stessi.
Che Looking sia ambientato a San Francisco non è un caso, sarebbe stato molto figo ambientare tutto a Williamsburg, Tokyo o l’immarcescibile New York, ma il telefilm di Lannan pare non aver timore di andare a riprendere stereotipi come la città più gay del mondo, con la sua storica Castro, avere tra i protagonisti un palestrato baffone o un artista saccentello.
Nelle tre puntate mi è parso di vedere finalmente la liberazione da quest’ansia di proporre nuovi modelli, la foga in cui ci siamo gettati nel fuggire gli stereotipi; ecco, mi è parso di veder prendere i nostri archetipi e ringlobarli nella cultura lgbt, senza tanta paura. Che è un po’ come quando esci dall’adolescenza, diventi grande, e ti accorgi che i genitori non li odiavi per davvero.
C’è il giovane game designer/geek, il bel baffone villoso nella YMCA e un po’ di quella nightlife di cui ha raccontato fino allo sfinimento Queer As Folk.
Pare che ci sia spazio per tutti, non solo per i faticosi modelli politicamente corretti, o quelli politicamente scorretti che son diventati alla fine più corretti dei correttissimi stessi.
Non ultimo, altro merito di Looking è di averci liberato del detestabile luogo comune che solo gli attori eterosessuali possano interpretare ruoli gay, affermazione che calza a pennello in quest’ansia di rappresentazione/prestazione.

Per il resto non vi dico manco se il telefilm mi è piaciuto oppure no, ormai le produzioni HBO sono un po’ tutte uguali, quindi ripescatevi qualche mio tweet su Girls o Entourage e riadattatelo a questo.
Concludo non con un video di Looking, bensì con un video secondo me più calzante.
Fatemi sapè.

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