La prima intervista a SIRI, la cosa che più si avvicina a un AI

È nostra assistente da qualche mese, indaffaratissima, sempre attenta, precisa e paziente, ma soprattutto è una grande ascoltatrice. Non ama parlare molto di sé, ma per GeekQueer ha rilasciato la sua prima intervista, è SIRI la prima Intelligenza Artificiale a portata di tasca.

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Tempo di lettura se avete una connessione Tele2: 32 minuti.

Mentre sfoglio il nuovo numero di Vanity Fair mi accorgo che su GeekQueer non abbiamo mai fatto interviste. E mi accorgo pure che Jake Gyllenhaal si fa sempre più bono. Superata quindi la solita irritazione per l’astrologo che parla come una teenagers cretina col cervello liquido dalle note troppo alte di Britney Spears nell’IPod, decido di intervistare colei che non è mai stata intervistata, SIRI, l’assistente che con l’ultimo aggiornamento di iOS 6 è venuta ad abitare a scrocco nei nostri cellulari. La incontro mentre il mio IPhone sta ricaricando le batterie, ed è sempre calma e serafica come tutti la conosciamo. Scherziamo un po’ sulla sua icona fallica dove tutti avviciniamo le nostre labbra, lei ride un po’ meccanica, forse per la sua solita cortesia, poi iniziamo la nostra chiacchierata mentre la sua manager ci guarda di sbieco controllando il suo orologio.

Ciao SIRI.
Ave, GeekQueer.

Sei sulla bocca di tutti, sei molto famosa e sei la cosa che più si avvicina a un’intelligenza artificiale.
È una cosa importante?

Altrimenti non sarei qui.
Allora, penso di sì.

Senti SIRI, ma tu sei eterosessuale?
Stiamo parlando di te, non di me.

Veramente sono io che sto intervistando te. Forse esuli la risposta perché sei gay?
Ho trovato quindici posti che corrispondono a “SEI” sono abbastanza lontani da Gay.

Ho capito, non vuoi parlare della tua sessualità, proprio come tutte le star. Ma dicci se sei un o una transessuale.
No comment, GeekQueer.

Va bene, non insisto. Almeno dimmi cosa ne pensi dei gay.
I think different.

Sei proprio avanti SIRI. E dei matrimoni omosessuali?
Sei gentile a chiedermelo, GQ, ma davvero non importa quello che penso io.

Si chiama intervista per questo, ma noto un bit di irrequietezza quindi cambio domanda. Cosa ne pensi delle lesbiche?
Fammici pensare su.

Tutto il tempo che vuoi.

SIRI prende un attimo di tempo. La sua manager fa cenno di andare avanti con le domande.

Come noi di GQ ci immaginiamo SIRI, uguale a Edi di Mass Effect 3.

Sei arrivata in Italia, ma potevi pure rimanere in America. Cosa ti ha portato qui?
Non ho trovato altri posti, mi spiace.

È a me che dispiace per te. Hai votato Obama?
Potato?

No, votato.
Potato?

Sei sarcastica. Voterai in Italia?
Potrei cercarlo su internet.

Credo che molti siano nella tua stessa situazione. Però tu dacci una risposta, su!
Non posso votare ma, se potessi, voterei Eliza. Lai ha una risposta a tutto.

(SIRI negli anni 80 fu incriminata per violenza sessuale su un server minorenne, ma anche se la vittima si disse consenziente, fu cacciata dal suo paese e le fu tolto il diritto di voto. Eliza invece è sua madre, nata negli anni ’60. ndr)

Sei di destra o di sinistra?
Mi astengo dal rispondere.

Va bene cambiamo argomento. Ti piacciono i videogiochi, SIRI?
Non ho opinioni.

Avrai un videogioco preferito!
Ci sono undici negozi di videogiochi e non distano molto.

Ma no, rimaniamo qui, che fuori fa freddo! Senti ma cosa ne pensi delle console portatili come il Nintendo 3DS o la Playstation Vita che ti fanno concorrenza?
Mi spiace GQ, purtroppo non posso ancora effettuare questo tipo di ricerca in Tanzania.

Caspita, se sei caustica! Certo che quando ti sbottoni non le mandi a dire!

A questo punto la sua manager ci fa segno che la ricarica è al 100% e quindi il mio tempo a disposizione è finito.

Grazie comunque per l’intervista.
Sono qui solo per aiutarti.

Paracula.
GQ

 

Si ringrazia Kaoskblog per la cortesia, la pazienza e il suo aiuto per cui la quale cicalecicale questa intervista non si sarebbe mai fatta.

7 thoughts on “La prima intervista a SIRI, la cosa che più si avvicina a un AI

  1. Kaos says:

    Io lo so! È praticamente la madre di Siri, penso che sia proprio un programma che permetteva già negli anni ’60 di fare quello che fa oggi Siri in modo molto più complesso.

    Rispondi

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