«Mi trattate male perché sono diverso» Il complesso di Abu’l Nuquod

Chi non muore si rivede.
E direi che questo proverbio calza a pennello in questa occasione in cui torno all’originale e un po’ bistrattato obiettivo di questo blog, ovvero fare da osservatorio sui personaggi LGBT nei videogiochi.

AssassinsCreed

Chi invece muore per mano del maestro levantino Altaïr Ibn-La’Ahad nel primo e indimenticabile Assassin’s Creed è il mercante e padrone della città di Damasco, niente popodimenoché Abu’l Nuquod.

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Abu’l Nuquod non è certo un personaggio gradevole: corpulento, il viso stravolto dall’acne, ricco in una città di poveri, approfittatore, doppio e arrogante, odia tutti, in particolare la gente povera.
E la maltratta.
A ben pensarci però questo suo aspetto è molto divertente.
Comunque, il problema di Abu è che non ama sé stesso: rinchiuso nel suo splendido palazzo, non esce mai e spende i suoi soldi in ricchi banchetti. Il ricco e viscido mercante è vittima della furia della fratellanza di assassini perché accusato di essere un cavaliere templare, e tra le eresie mosse contro la sua organizzazione non mancano le accuse di sodomia tra gli uomini dell’ordine.
Ma Abu non viene ammazzato di certo perché omosessuale, ma in quanto omosessuale la sua descrizione si completa in un profilo di ricco edonista frufrù.
O forse no?
Forse l’aspetto del suo orientamento sessuale dona una sorta di umanità\clemenza a un personaggio troppo affettato?

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Premetto che nel videogioco non ci sono espliciti riferimenti all’omosessualità di Abu, ma ho raccolto degli elementi che mi portano in quella direzione.

Il blocco di ricordi inizia proprio durante la festa che dà Abu nel suo lussuosissimo palazzo: durante il brindisi in cui avvelena gli invitati, il suo discorso verte su quanto venga giudicato negativamente da tutti. Il discorso sulla balconata è a mio parere volutamente ambiguo, si parla del suo stato sociale e di come i soldi e il suo potere nulla possano contro la considerazione che la gente ha della sua persona.
Il sottotesto è strisciante, mai esplicito, di certo suggerito.
Perché però pensare si parli di omosessualità? Viene sì giudicato, ma Abu non dice mai quale sia questo giudizio.
Perché allora son portato (e come me, molti altri siti di gaymers che si pongono la stessa domanda) a pensare che il grasso mercante brufoloso sia anche gay?
Per due ragioni.

La prima è questa sequenza: durante il brindisi, l’ambiguità del discorso volutamente atterra su un piano sessuale e di seduzione, con quella carezza lasciva alla guardia del corpo.

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La seconda è nelle ultime parole del personaggio prima di morire, nel limbo dell’Animus.

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Abu’l
Guardami!
 La mia stessa natura è un affronto al popolo!

E questi abiti nobili fanno poco più che per attutire le loro grida di odio.

Altaïr
Quindi è questo, si tratta di vendetta?

Abu’l
No, non la vendetta, la mia coscienza.

Come avrei potuto finanziare una guerra al servizio dello stesso Dio che mi reputa un abominio?

Leggo nei forum in cui si propone la mia stessa lettura del personaggio, che l’obiezione più frequente riguarda la lebbra. Abu sarebbe malato di lebbra, il suo viso quindi non sarebbe rovinato dall’acne ma da ulcere lebbrose e sarebbe questa la condizione di cui tutti parlano. Mettiamo il caso che questa ipotesi -di cui non trovo riscontro nel gioco- fosse reale, ma davvero reggerebbe come motivazione del brindisi sulla balconata?
È quindi davvero più credibile la lebbra anziché l’omosessualità? Volete davvero dirmi che è solo la mia empatia a galoppare nel magico mondo della fantasia? Quella per cui se un personaggio è borderline\maltrattato rientra in un’ottica omo-normativa?
O per dirla come tutti: “vedi froci ovunque”?
Non ne sono sicuro, però nel frattempo potremmo chiamarlo “il complesso di Abu’l Nuquod“.

P.S.
Qui sotto trovate il video completo della campagna di Abu’l, mentre se volete approfondire l’argomento, nel mio ultimo saggio VIRTUALEROTICO parlo di Aveline di Assassin’s Creed Liberation e della sua natura transgender. Non lo sapevate? Ahi, ahi ahi…

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