Un futuro che puzza di passato: Space Quest IV

Nel 1991 la SIERRA fece uscire, per PC\Amiga, la prima versione di Space Quest IV: Roger Wilco and The Time Rippers, la seconda sarebbe uscita nel dicembre 1992 con il supporto vocale pieno, e con Gary Owens come voce narrante.
Il quarto capitolo è di quelle avventure grafiche a 256 colori, pixelose quanto basta per amarlo follemente, e un motion-capture usato per le animazioni dei personaggi da far brillare gli occhi. La versione in CD-ROM avrebbe battuto i record di vendita grazie anche a una trama più complessa, intrecciata a salti temporali, tra passato, futuro e mutazioni del presente. Il gameplay è di quelli “punta e clicca”, quasi obbligatorio in quegli anni con il grande successo delle avventure della LucasArts.

Roger Wilko è il protagonista del gioco, che in Space Quest IV deve ritrovare e ri-uccidere il cattivissimo Sludge Vohaul, tornato in vita grazie a un viaggio nel futuro.
In quest’avventura Wilco trova un bancomat da cui può prelevare i soldi necessari per togliersi dai guai, ma gli sportelli automatici del futuro hanno un riconoscimento visivo di sicurezza e l’intestatario della carta è una donna; al protagonista non resta che travestirsi per superare l’impasse.
Dopo aver trovato un negozio d’abbigliamento nel centro commerciale, Wilco prova un vestito, dei tacchi a spillo, una parrucca e si avvicina alla cassa per pagare il tutto al Robot-Commesso.

“Questi costano 60 buckazoids, Sicko*!”, ci risponde sprezzante il Robot-Commesso, insultandoci ancora nel caso rifiutassimo di pagare:
“Smettila di sprecare il mio tempo, Sicko
*! Siete tutti uguali, voi malati. Ora, paga!”.

*(sicko=malato)

Non so se sia più fastidioso esser insultati da un tostapane parlante, da un commesso maleducato, o constatare che nell’ipotetico futuro di Space Quest, transgender e travestiti vengano additati ancora come malati. Dieci anni dopo il film di De Palma, Vestito per uccidere, l’immaginario popolare ancora non riusciva a distinguere l’identità di genere da una malattia mentale o da turpi istinti omicidi.
Nel 1993, non paga di questa triste dicotomia trans\assina, la SIERRA fa uscire Police Quest 4, di cui abbiamo parlato QUI, e nulla di nuovo scorre tra i pixel colorati.
Negli stessi anni sfortunatamente, un’altra transessuale veniva censurata dagli schermi casalinghi, la sempre bellissima Poison, che solo vent’anni dopo le avrebbe riscattate tutte.
GQ

2 thoughts on “Un futuro che puzza di passato: Space Quest IV

  1. Gorenfield says:

    e cosa è cambiato ad oggi?
    io mi sento ancora dare del malato..

    Rispondi
  2. geekqueer says:

    hai ragione Gorenfield. Sicuramente il politicamente corretto di un’opera come un videogioco ci assicura oggi una certa protezione, così come le recenti opzioni di orientamento sessuale in DragonAge, Sims e MassEffect vari. Nella vita reale, anche se i nostri diritti son lungi dall’essere riconosciuti in questo paese, vedo sempre più come aberrazioni coloro che ci additano a mostri o malati. Io credo che ci stiamo avvicinando al punto in cui saranno loro la minoranza. Perché il futuro non si può mica fermare, e il futuro è quello del Nord Europa, non quello di SpaceQuest4. Per fortuna.

    Rispondi

Rispondi a geekqueer Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *