Grazie a dio, il cinema italiano non ha i soldi!

Guardare la Notte degli Oscar porta sempre a inutili quanto umilianti paragoni tra il nostro cinema e quello hollywoodiano. Vedere il talento di trasportare su pellicola idee nate per il fumetto, con splendidi attori, affascinanti attrici e mirabolanti effetti speciali, ci fa balenare nella nostra vuota mente di secchioni una domanda surreale: ma perché in Italia non siam capaci?
La risposta che cultori, amanti e lavoratori di settore ci daranno, è sempre la stessa: “non ci sono i soldi”, lasciandoci intendere che se ci fossero, Cinecittà farebbe impallidire gli Studios Californiani.
Ma noi di GQ siamo entrati nel PC 386 di Serra Creativa (il gruppo di giovani creativi della RAI, che per fortuna non ha mai concluso nulla) e del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, e abbiamo rubato i soggetti in lavorazione per delle probabili fiction italiane tratte da fumetti.
Dopo aver visto di che si trattava, siam felici di poter affermare: grazie a dio, non c’abbiamo i soldi per produrli!

Massimo Giletti è Mister No: fortunatamente il salto dalla TV al cinema dell’incipriato presentatore dagli occhi gigioni, non avverrà mai per mancanza di soldi. Il primo che maledice ancora questa crisi, si soffermi a pensare.

Lorenzo Flaherty è Martin Mystere: con un’azzardata pettinatura ossigenata, il protagonista di molte fiction italiane avrebbe vestito i panni del detective dell’impossibile. Ecco, sarebbe stato proprio impossibile.

Luca Argentero è Dylan Dog: per tutti quelli che “Il film ammerigano era una cagata!”, bè immaginatevi le sei puntate di questa fiction per RaiDue. Nella parte di Groucho un baffuto Pupo.

Gabriel Garko è Brendon: non conoscendo questo fumetto, ho dapprima pensato a uno spin-off tutto italiano del serial americano Beverly Hills 90210, poi vedendo la copertina non ho potuto che compiacermi della scelta dell’attore, azzeccatissima.

Giovanna Mezzoggiorno è Julia: un crimine di criminologa. Nella prima puntata Julia avrebbe indagato sul delitto Cogne.

Riccardo Scamarcio è Dampyr: vampiri e Scamarcio, in questa mini serie da tre puntate per RaiUno, il fumetto Dampyr avrebbe perso tutta la sua metafora politica per emulare una ben più lucrosa scopiazzatura di Twilight. Target-adolescenti colpito in pieno.

Pierfrancesco Favino è Brad Barron: no davvero, ho dovuto controllare più volte come si scrivesse il nome di questo fumetto che non ho mai visto in vita mia.

Valentina Cervi è Lilith: non ho nulla da dire se non che qui mi sono stancato di usare Gimp.

Giulio Scarpati è Napoleone: anche per questa mini fiction in sei puntate, dobbiamo ammettere che il casting fa la sua porca figura. Non sappiamo di cosa tratti Napoleone, fumetto troppo noioso per interessarci, ma tanto non sappiamo neppure cosa abbia fatto Giulio Scarpati, quindi direi che il binomio è ottimo.

Jane Alexander è Legs Weaver: dobbiamo ammetterlo, di tutti i progetti questo è quello che più ci ha entusiasmati, non solo per il fascino di Jane Alexander mai dimenticata conduttrice di quiz notturni in chromakey, ma anche dalla sua spalla May -amica, complice, sognata amante- interpretata dalla Manuelona Arcuri nazionale. E’ bellissimo (cit.)

Alessio Boni è Nathan Never: la fantascienza italiana per noi di GQ nasce e muore con La Decima Vittima di Elio Petri.

Valerio Mastrandrea è Jan Dix: libero adattamento del fumetto Bonelli, questa versione per Canale 5 porta Jan Dix da Amsterdam al quartiere Portonaccio di Roma, e sostituisce il mondo dell’arte col mondo della cucina, tra calzoni, supplì e carciofi alla giudia.

Christian De Sica e Massimo Boldi sono Zagor e Chico: grande reunion per un cinepanettone tutto pernacchie e battute sconce! In questo adattamento del classico Bonelli, Zagor e Chico sono in vacanza in Sud America con Belen e un’altra di queste strappone, che non ricordo il nome. Son stanco, si vede pure dalla copertina di merda che ho fatto.

E finiamo con l’ultimo titolo di questa maratona di scempio Bonelliano, Alessandro Preziosi è Tex: il sempre più impegnato Alessandro Preziosi cavalca nei panni del mitico sceriffo fino all’infarto di Giuliano Gemma, venuto a conoscenza dell’esistenza di questo sceneggiato.

Ma grazie a dio, non vedremo mai simili bestemmie.
GQ

 

6 thoughts on “Grazie a dio, il cinema italiano non ha i soldi!

  1. pero says:

    Uff… Avevo una gif di Ursula che sparava dal reggiseno d’argento e ora non la trovo più.
    Cmq l’adattamento di Martin Mystere sarebbe stato molto interessante. Io lo avrei promosso.

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  2. GeekEr says:

    Ahahaha epico! Io invece per l’Argentero Dylan Dog sarei quasi stato contento di pagare il canone.

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